Hanno Detto Di Noi

Antonio Paolucci

L’ARTE DI FANTONI

Marcello Fantoni ha accompagnato la mia vita di fiorentino, di storico dell’arte, di Soprintendente. Quante volte ho scritto di lui, in quante occasioni a Firenze o nella sua amata Faenza ho inaugurato sue esposizioni, ho parlato delle sue opere, della sua arte, del suo stile!….

Ora però, dismessi i panni del critico d’arte, voglio parlare di Fantoni come si parla di un amico, di un uomo che ha illuminato e scaldato la mia vita con la sua eleganza, con la sua grazia, con il perfetto “under statement” di chi ha capito tutto, ha sperimentato tutto, e sa rendere felici quelli che gli sono vicini.

Marcello Fantoni ha amato la Bellezza, ha saputo pensarla, sognarla, accarezzarla, darle forma compiuta nelle sue ceramiche meravigliose.

Egli viveva e operava nell’alone di grazia che solo i portatori di Bellezza conoscono. Andavi da lui, attraversavi in silenzio il suo studio e ti sentivi semplicemente felice, grato a nostro Signore di esistere, di avere occhi per guardare e un cuore per emozionarsi di fronte alla bellezza che usciva dalle sue mani.

Grazie Marcello dal tuo amico.

Antonio Paolucci

Già Ministro per i beni culturali e ambientali, Soprintendente del Polo Museale Fiorentino e Direttore dei Musei Vaticani

Firenze, Maggio 2015


Mario Luzi

LA PREZIOSA FORNACE

Di Marcello Fantoni, di cui sono amico e affettuoso estimatore fin dagli anni della comune giovinezza, nella comune scena fiorentina che allora era (o ci pare oggi che fosse) più mossa e animata, mi trovo a scrivere nelle condizioni più improprie e sfavorevoli, quando sono lontano e isolato nel mio ricovero estivo.

Ma non ha poi molta importanza per il breve messaggio che intendo inviare a onore dell’artista, non potendo sul momento fare di meglio. La produzione ceramica di Marcello mi è ben presente e quel suo procedere felicissimo e naturale da artigianato ad arte, da mestiere (eccelso) a ideazione creativa ed esecuzione inventiva non cessa di incantarmi a distanza di anni e di ubicazione, sia pure provvisoria come questa mia. Anzi questa distanza si annulla tutta nel ricordo, così vivo da illudermi che non sia un ricordo ma un episodio attuale, di una visita alla sua officina-museo-atelier per ammirare le fasi e le stagioni del suo lungo lavoro; durante le quali la tecnica ha avuto la sua sapiente evoluzione, certo, ma la sensibilità plastica e cromatica è rimasta fedele a se stessa secondo la sua originale vocazione.

Nei colori, negli accordi, nei contrasti, nelle sfumature e perfino nelle evanescenze la maestria di questo caro maestro mi ha sempre toccato, tanto che oggi mi evoca momenti precisi della mia vita, persone, emozioni e sentimenti provati e non dimenticati come accade con la musica.

Dell’artificio e dell’arte di Marcello Fantoni è stato detto molto e molto bene specialmente in questi anni recenti. Volevo in questo caso testimoniare la mia confermata persuasione del suo valore. E’ una conferma che fa bene a me prima ancora che a lui, al quale in ogni modo spetta di diritto e di pieno cuore.

Mario Luzi

Poeta e scrittore. Senatore a vita della Repubblica Italiana.

Firenze, Agosto 2001

 


Piero Bargellini

IL MAGISTERO DELL’ARTE

Quando ancora la cosiddetta estetica non aveva intorbato le acque dell’arte, gli intenditori (non i critici, perché fortunatamente non esisteva neppure questo termine), usavano di solito una semplicistica espressione, per significare i pregi di un bell’oggetto. Dicevano: “E’ fatto a regola d’arte”.

Tale espressione ha sempre richiamato alla mia mente la definizione della Prudenza, che è virtù cardinale e che consiste “nel fare bene il bene”.

Analogamente, nel campo dell’arte esiste una sorta di prudenza che consiste “nel fare a regola d’arte un oggetto artistico”.

Saper fare è perciò una specie di virtù artistica cardinale, sulla quale s’incardina l’operazione artistica.

Si capisce che come non basta la Prudenza per ottenere la Santità, analogamente non basta “saper fare” per ottenere l’Arte. Chi sa fare è un artigiano. L’artista è colui che riceve in più, e gratuitamente, il dono della grazia.

Marcello Fantoni è l’artista che ormai tutti conoscono e riconoscono; e la sua arte nobilita il carattere dell’artigiano, come la grazia sublima ma non distrugge , la natura.

In questo senso egli è un vero maestro nel significato più nobile ed alto del termine. Può insegnare a tutti i livelli. Al livello tecnico può insegnare il mestiere; al livello artigianale può insegnare a far bene; al livello artistico può insegnare in che cosa consista la poesia, alla quale è possibile pervenire mediante la grazia, che però è un dono e quindi non è di tutti.

La scuola di Marcello Fantoni perciò non ha nulla né di accademico, né d’astratto. Non vi si predicano teorie estetiche, non si seguono dottrine intellettualistiche, non si perseguono scopi puramente mercantili.

Si avvicina all’antica gloriosissima “bottega” dei maestri rinascimentali, quando un artista veniva riconosciuto maestro non per lauree o diplomi, ma per la sua reale “maestria”, nel saper far bene l’arte, a cominciare dal saper trattar bene la materia stessa dell’arte.

E Marcello Fantoni in questo senso è realmente maestro, capace di modellare la creta, di scolpire la pietra, di fondere il bronzo, di forgiare il ferro, di battere il rame, unendo alla capacità artigianale la fantasia artistica, alla bravura tecnica il palpito della poesia.

Egli perciò ha tutti i titoli per insegnare ciò che si deve insegnare, cioè il mestiere e ciò che si può insegnare, cioè l’arte.

La scuola avrà i caratteri della bottega e insieme i pregi dello studio d’arte.

Alta sulla città, fra le pietre di Monterinaldi, nella luce olivastra della vallata del Mugnone, sarà un nuovo caposaldo della vita artistica e culturale fiorentina: un polo d’orientamento e di richiamo segnato nei portolani di chi voglia imparare a far bene ciò che non è mai bastantemente perfetto e finito.

Piero Bargellini

Scrittore e studioso d’arte

Senatore e Deputato al Parlamento Italiano

Sindaco di Firenze

Firenze, 1966